Il territorio

 

L'età romana

Le origini di Croce risalgono probabilmente ad un insediamento tardo-imperiale sorto lungo la via Annia, che costeggiava il lato nord della laguna di Venezia, e precisamente lungo la strada che collegava questa alla sua variante più settentrionale. Alla presenza di un presunto incrocio è stata attribuita l'origine del toponimo, mentre una leggenda locale riferisce il nome al ritrovamento miracoloso di una croce. Il tracciato della superava l'attuale scolo Cascinelle e costeggiava il fosso Gorgazzo, corrispondendo pertanto all'attuale via Emilia (oggi territorio della parrocchia di Musile, ma fino al 1924 parte della parrocchia di Croce). Per altro, l'attuale toponimo "Emilia" fu dato alla strada per un'errata lettura di un passo di Strabone, identificando un'inesistente via "Emilia-Altinate".

Il Medioevo

Il paese è citato per la prima volta come gastaldia in un elenco dei territori della parrocchia di Noventa (1152). Pur appartenendo alla diocesi di Treviso, essa rientrava politicamente tra i domini del Patriarca di Aquileia.

Nel 1177 il Patriarca di Aquileia concesse ad Eccelino II "il Balbo", di ritorno dalla Terrasanta, parte dei suoi territori compresa l'area di Croce. Ma quando, nel 1260, la dinastia degli Ezzelini si estinse, la zona fu assegnata al Comune di Treviso; i Patriarchi rivendicarono per un trentennio la restituzione dei territori, rinunciandovi solo nel 1291.

Alcuni attribuiscono alla famiglia Foscari la costruzione di una cappellina nel 1331, ma questo questa tradizione sembra essere inesatta, essendosi confusa Noventa di Piave con Noventa Padovana (dove effettivamente i Foscari avevano possedimenti). La cappellina, in base alle mappe del Cinquecento, era vicina al Piave, in prossimità di uno dei punti dove allora il fiume veniva attraversato (pressappoco dove oggi transita la ferrovia).

La Serenissima

Dalla fine del XIV secolo l'area passò definitivamente alla Serenissima.

È certo che il 19 dicembre 1468 l'enfiteusi per le gastaldie di San Donà e di Croce fu concessa al N. H. Giovanni Gradenigo per il canone di 854 ducati; ma essendo morto il deliberatario senza firmare il contratto le gastaldie non furono assegnate. Il Senato della Repubblica deliberò in seguito ordinando ai Tre Savi di vendere alcuni possedimenti interraferma, tra i quali i terreni sulle due rive del Piave verso la sua foce sopra la recuperation del danaro (all'incanto); la delibera fu approvata con 152 voti favorevoli, 10 contrari e 7 astenuti, ma nessuno riuscì a comprare tutto. Le due parti furono allora divise: il 2 settembre 1475 fu affittata la sola gastaldia di San Donà e risultarono deliberatari FrancescoMarcello e Angelo Trevisan, mentre la Gastaldia di Croce, nuovamente posta all'asta il 26 maggio 1483 venne acquistata dai fratelli Francesco e Domenico Foscari di Alvise il 13 agosto 1483 per 5.610 denari[2]

La Gastaldia di Croce, con i suoi boschi essenziali per rifornire Venezia di legname, era certamente un territorio appetibile per i nobili veneziani, ma lo divenne ancor più dopo lo scavo della Fossetta, il canale artificiale realizzato unendo la Fossa Vecchia e la Fossa Nuova, secondo i progetti dell'ingegnere idraulico Marco Cornaro. La Fossetta divenne subito una via commerciale importantissima, che permetteva di raggiungere direttamente la laguna.